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Quando la tecnologiafa la differenza

Nel comparto della lavorazione della lamiera la subfornitura è probabilmente il settore che più degli altri soffre la variabilità sempre più frequente della produzione, la richiesta di lavorazioni sempre più articolate e complesse, i tempi di attraversamento sempre più compressi e le dimensioni sempre più ri-dotte dei lotti di produzione.

Quando la tecnologiafa la differenza
M.E.G. è un’azienda che opera in ambito di subfornitura della lavorazione della lamiera. Dapprima è stata installato un sistema L3 per il taglio laser in fibra di Salvagnini. Lo scorso anno M.E.G. ha deciso di investire ancora andando ad inserire in officina un secondo impianto di taglio L3 con potenza maggiore e ultimamente anche una pressa piegatrice B3 sempre Salvagnini per completare la propria dotazione produttiva. di Elena Castello.

Se investire su digita-lizzazione, efficienza di processo e Industria 4.0 può rivelarsi fondamentale per mantenere la competiti-vità delle piccole e medie carpenterie, certo il peso della migliore scelta tecnologica per la propria realtà di fabbrica non è meno rilevante.

Proprio questo è l’aspetto che abbiamo approfondito con Matteo Gua-rise, titolare di M.E.G. “Abbiamo iniziato nel 2012, rilevando un’azienda preesistente che si occupava soprattutto di piegatura e stampaggio lamiera - rac-conta Matteo Guarise -. L’azienda è a conduzione fa-miliare, siamo in cinque e tutti in famiglia: fratelli, cugini, zii. Ci piacerebbe strutturarci un po’ di più e crescere, trovare i collaboratori giusti su cui inve-stire”.

Rilevare un’azienda ed investire immediata-mente sul parco macchine non è scontato, ma alla M.E.G. si sono mossi proprio in quella direzione. “Sin da subito ci siamo orientati ad investire su un sistema di taglio laser, ma non avendone particolare espe-rienza ci siamo prima di tutto concentrati sull’analisi delle soluzioni disponibili sul mercato - continua -. Proprio in questa fase siamo rimasti impressionati dai sistemi in fibra”.

Tra le prime aziende al mondo ad investire nella tecnologia in fibra, nel 2012 Salvagnini rappresentava una scelta di avanguardia. “Abbiamo visitato a più riprese lo showroom Salvagnini pro-prio per vedere da vicino i loro sistemi di taglio in fibra e ne abbiamo colto i vantaggi, soprattutto di alte velocità e consumi ridotti - continua Guarise -.

In definitiva ci siamo decisi ad investire su questa tecno-logia acquistando un sistema L3 con campo di lavoro 3 metri e sorgente a 3 kW. Nel 2018, a distanza di 6 anni, abbiamo deciso di investire ancora andando ad inserire in officina un secondo impianto di taglio con potenza maggiore, acquistando un L3 con campo di lavoro 4 metri e sorgente a 6 kW.

Abbiamo deciso di acquistare anche una pressa piegatrice per comple-tare la nostra dotazione produttiva".

Maggiore potenza, migliore risultato. Una tra le principali tendenze tecnologiche in atto è proprio quella che vede il mercato del laser sbilanciarsi sempre più su sorgenti di maggior potenza. Un orientamento che Guarise comprende, e che spiega elencando una serie di vantaggi: “Parlo per esperienza diretta: pas-sando da un 3 kW ad un 6 kW, sin da subito abbiamo riscontrato enormi benefici sulla qualità di taglio degli alti spessori di acciaio inox.

Per me la qualità di taglio è fondamentale, dare al cliente un prodotto finito che non deve essere ripreso, che non deve subire ulteriori lavorazioni in termini di sbavatura o foratura, è un van-taggio importante: questo anche se ci proponiamo sul mercato a costi più alti”.

Un altro vantaggio che il tito-lare indica è nella maggiore velocità di taglio: “Oggi, pur mantenendo invariato il tempo lavoro della nostra L3, produciamo di più. Nell’ottica del terzista devo dire che questo è importante perché ci consente di essere molto reattivi e di rispondere con rapidità alle richieste dei nostri clienti.

Altri vantaggi sono legati ad alcuni tipi di lavorazioni che prima faticavamo ad eseguire, come ad esempio forature estremamente piccole che oggi riu-sciamo a completare con grande precisione e rapidità”.

Lavorazioni più complesse. Se si parla spesso delle dimensioni sempre più ridotte dei lotti di produzione e delle problematiche che ne derivano, meno banale è interpretare il fenomeno come una opportunità: quella di costruirsi una specifica nicchia di mercato.

“Ovviamente non li rifiutiamo, ma stiamo decisa-mente trascurando i grandi lotti proprio perché il mer-cato è saturo ed estremamente competitivo su unico parametro, quello del prezzo - continua Guarise -. Contemporaneamente, però, ci siamo dedicati alle grandi variabilità, ai piccoli lotti, alle parti complesse, ai tempi di consegna molto bassi”.

M.E.G. processa praticamente tutti i materiali e tutti gli spessori: per il ferro da 1 a 20 mm, per l’acciaio inox da 1 a 12-15 mm. “Abbiamo finito con il costruirci una nostra nic-chia di mercato che è sicuramente più complicata da gestire ma anche più remunerativa. In questo senso è fondamentale il supporto di una tecnologia avanzata: più la lavorazione è complessa, più la tecnologia ci può aiutare a semplificarla - entra nel dettaglio -.

Di fatto il miglioramento della tecnologia di taglio ci supporta anche nelle lavorazioni dei lotti numericamente più importanti: una conseguenza diretta della velocità che riusciamo a sviluppare con il 6 kW, ad esempio, è che abbiamo fortemente limitato i problemi di surriscalda-mento del materiale, migliorando la qualità del nostro output e la ripetibilità dei particolari”.

Pressa piegatrice a valle del taglio. A completa-mento del parco macchine aziendale, e per garantire alla propria officina la massima flessibilità produttiva, M.E.G. si è recentemente dotata di una pressa piega-trice B3, ampliando la propria relazione con Salva-gnini. “La scelta della pressa piegatrice è stata quasi obbligata: ci siamo dotati di un laser con campo di lavoro 4 metri e, non avendo in azienda piegatrici in grado di processarne il tagliato, ci siamo dovuti espandere ulteriormente”, racconta ancora Guarise.

La scelta è caduta su Salvagnini per tre motivi che il titolare di M.E.G. elenca: “Primariamente perché siamo convinti abbiano fatto grandi passi avanti anche per quanto riguarda la piegatura, anche se abbiamo scelto un allestimento privo delle automa-zioni più avanzate.

Secondariamente perché, dato l’ottimo rapporto instaurato con l’azienda, abbiamo preferito continuare ad investire sulla nostra partner-ship. Terzo, e forse il più importante: il software della pressa piegatrice ha le stesse logiche funzionali ed è compatibile con quello del laser, facendo parte della suite di programmazione Stream”.

La pressa piegatrice B3 è stata progettata combinando le caratteristiche e i benefici delle soluzioni elettriche ed idrauliche comunemente diffuse nel mercato con le ap-profondite competenze aziendali di automazione, software, meccanica ed elettronica: questo garantisce delle ricadute importanti in officina.

“Noi stavamo cercando una macchina potente, capace di piegare alti spessori e di lavorare grandi particolari fino a 4 metri - conti-nua Guarise - e abbiamo scelto una pressa piegatrice da 220 tonnellate, confortati dal fatto che la tecnologia ibrida Salvagnini ci consente di mantenere alte velocità anche su tonnellaggi importanti”.

Il sistema di misura-zione dell’angolo AMS garantisce a M.E.G. un ulteriore vantaggio che Guarise spiega così: “Se ti dedichi alla piega di alti spessori, la variabilità della piega aumenta in maniera rilevante. Se a questo aggiungiamo che negli ultimi anni riscontriamo sempre maggiori irregolarità nella qualità della lamiera, sia che si tratti di lamiera spianata sia che si tratti di coil, è evidente che anche all’interno dello stesso lotto di lamiera si rischi di avere un materiale che risponde alla piega in modo anomalo.

AMS interviene in nostro aiuto, consentendoci di con-trollare ciascun singolo pezzo: è estremamente vantag-gioso soprattutto nelle lavorazioni a lotti ridotti perché limita il margine d’errore, e anzi finisce per azzerarlo”.

Il futuro è nel rinnovamento. Su quali siano gli obiettivi futuri di un terzista tecnologico, Matteo Guarise non ha dubbi: “Vorremmo continuare ad investire in nuove tecnologie, rinnovando il parco macchine con una certa frequenza. Certo per farlo è necessario riuscire a lavorare, a lavorare bene, ad es-sere competitivi.

Una volta la tecnologia era in qual-che modo neutra, si poteva trovare un mercato anche con strumenti non necessariamente aggiornati. Oggi, invece, non essere al passo con i tempi significa quasi automaticamente essere fuori dal mercato. Insomma, per parte nostra siamo davvero convinti che l’aspetto tecnologico sia fondamentale”. Alcuni particolari lavorati con i sistemi Salvagnini installati in M.E.G.

www.salvagnini.it

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