Le macchine da stampa flessografica di BFM hanno un nuovo e prezioso alleato: ctrlX AUTOMATION di Bosch Rexroth
Due realtà unite dalla medesima attitudine per l’innovazione. Un connubio che dura da quindici anni. Un rapporto che si rinnova ogni giorno. Una partnership capace di innescare un forte processo di modernizzazione.
www.boschrexroth.com
BFM è un’azienda con alle spalle una storia lunga mezzo secolo. La sua attività è focalizzata sulla costruzione di impianti destinati al comparto delle materie plastiche. In particolare, su due campi specifici: da un lato le macchine da stampa flessografica, dall’altro gli avvolgitori e i traini automatici per linee di estrusione film in bolla. BFM tiene alta la bandiera del Made in Italy essendo una realtà vocata all’esportazione, tanto è vero che ciò che realizza è commercializzato in circa settanta Paesi. La sua è dunque una “dimensione” internazionale che tuttavia, in forza del fatto di essere un’azienda di medie dimensioni, non le vieta di essere riconosciuta per la capacità di personalizzare i propri prodotti, di customizzarli sulla base di precise esigenze del cliente. Riesce a farlo anche in virtù di una divisione vendite in cui tutti i commerciali provengono da lunghe esperienze di carattere tecnico. Da qui la possibilità di parlare la stessa lingua dell’utilizzatore finale, interpretarne i bisogni, assecondarne le necessità. Altra freccia all’arco di BFM è l’alta qualità del servizio post-vendita che si espleta attraverso un’assistenza veloce e puntuale, facilitata dalla massiccia digitalizzazione delle macchine, caratteristica che le rende “accessibili” da remoto.
Il cliente tipico di BFM è l’azienda che produce e stampa film plastico partendo quindi da un materiale vergine o da una bobina. E dunque, come sintetizza il responsabile vendite di BFM Marco Adamo, “il prodotto finale altro non è che un film plastico avvolto in bobina e stampato”. È poi classificabile in due macrocategorie: l’imballo trasparente che avvolge molti degli alimenti che acquistiamo e il cosiddetto “shopper”, ovvero il sacchetto.
Simona Colombo, marketing manager di BFM, racconta come è nata, circa quindici anni fa, la collaborazione tra la società che rappresenta e Bosch Rexroth: “Ha coinciso con la produzione delle nostre prime stampatrici a tamburo centrale gearless, le quali necessitavano di una dotazione di componenti ad alta precisione per consentire un’elevata qualità di stampa - come da pressante richiesta del mercato - e conseguentemente di una tenuta ottimale del registro dei colori”. “Con Bosch Rexroth - specifica Adamo – abbiamo ottenuto immediatamente quello che cercavamo e che il mercato esigeva in termini di qualità. Abbiamo visto da subito che le nostre macchine di nuova generazione rispondevano bene, che i posizionamenti, determinati dal motore, il quale è bene specificare non governa solo la movimentazione, erano estremamente precisi. È stato lo spunto per intensificare il rapporto, tanto è vero che in seguito Bosch Rexroth ci ha fornito l’intero pacchetto automazione, dai servomotori, ai drives e motion control, fino al PLC”.
Avendo maturato nel tempo una grande esperienza nella costruzione di macchine da Stampa flessografica a tamburo centrale, negli ultimi anni abbiamo deciso di investire anche su un altro mercato Flexo, ovvero quello delle Stampe Flessografiche di tipo stack.
La differenza tra le due grandi classi di stampe flessografiche si può sostanzialmente riassumere con il fatto che il sistema a tamburo centrale vanta una qualità maggiore su foglia e viene principalmente utilizzata nel mondo del packaging alimentare, mentre il sistema stack, installabile sia in linea diretta con l’estrusore che off line (da bobina a bobina), consente di stampare il film tubolare su entrambi i lati, metodo utilizzato per la stampa di classici shoppers
Visto l’ottimo risultato ottenuto con le stampe a tamburo centrale, dovendo cercare un partner per le nostre stampe di tipo stack, abbiamo pensato nuovamente a Bosch Rexroth.
Adamo sottolinea: “La versione stack delle nostre macchine è ibrida, mentre quelle a tamburo centrale sono full gearless; quindi, ogni cilindro ha il suo motore. In questa tipologia di macchina il fatto di avere un motore per ogni cilindro che lavora in modo indipendente rende ancora più importante disporre della massima precisione, perché la perfetta sincronizzazione tra un motore e l’altro è un requisito fondamentale. È una prerogativa che il pacchetto automazione fornitoci da Bosch Rexroth garantisce, così come assicura ridotta assistenza alle macchine che equipaggia.
Alberto Marchina, sales engineer OEM in Bosch Rexroth, aggiunge: “La propensione di BFM all’innovazione, e di conseguenza alle nuove proposte tecniche insite nei prodotti Bosch Rexroth, è sfociata nel passaggio, in verità non ancora completato, dalla tecnologia IndraDrive, che ha sempre equipaggiato le macchine BFM, alla soluzione ctrlX AUTOMATION. È stata la prima realtà nel comparto della stampa flessografica ad adottare una soluzione ibrida. Ciò è avvenuto per l’ultima macchina che hanno realizzato, Sirio GS, che preveda ancora la presenza della piattaforma IndraDrive, ma per la prima volta anche l’adozione di ctrlX AUTOMATION”.
I dettagli di questa soluzione sono illustrati da Adamo: “I motori che fanno ruotare i cilindri principali di stampa sono soggetti alla tecnologia, IndraDrive, mentre per l’altra parte fondamentale della macchina, cioè il positioning (non la rotazione, ma l’avvicinamento dei cilindri per andare in fase di stampa), abbiamo scelto ctrlX AUTOMATION. Parliamo di avvicinamenti centesimali, con in più la necessità di salvare in memoria le ricette di lavoro per poter poi tornare rapidamente nella stessa posizione”.
Simona Colombo evidenzia l’importanza di questo aspetto: “Per il cliente è essenziale ottenere con facilità un avvicinamento così preciso, innanzitutto perché risparmia tempo richiamando una precedente ricetta così da partire subito con le operazioni di stampa, e poi perché spreca meno materiale dal momento che la stampa risulta corretta da subito. Ne consegue una contrazione dei tempi di lavorazione ed una riduzione dello scarto di materiale perché la macchina va a registro in un tempo assai limitato”.
Aggiunge Adamo: “Altro aspetto che abbiamo molto apprezzato è la compattezza dei drive di ctrlX AUTOMATION. In un unico chassis possiamo avere due azionamenti che vanno a pilotare altrettanti motori. In una macchina da stampa dove i motori sono molti (ogni cilindro ha un motore per la rotazione e due per l’avvicinamento) è un vantaggio notevole in termini di utilizzo ideale dello spazio nella cabina elettrica”.
“Il prossimo passo – aggiunge Adamo - potrebbe sicuramente essere una macchina completamente equipaggiata con ctrlX AUTOMATION.”
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